La Corte Suprema pronta a decidere il significato di ‘e’ | Opinione

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La Corte Suprema respinge la possibilità di applicare il First Step Act ad alcuni condannati per reati non violenti ma gravi

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha pronunciato una decisione che ha attirato l’attenzione di molti esperti legali e attivisti per i diritti umani. Nella sua decisione, la Corte ha stabilito che il First Step Act, una legge bipartisan del 2018 che mirava a ridurre le lunghezze delle sentenze per determinati reati non violenti, non può essere applicato a tutti i detenuti già condannati.

La controversia si è concentrata su un gruppo di condannati per reati non violenti ma gravi, che sperava di ottenere un beneficio dalla cosiddetta “seconda opportunità” offerta dalla legge. Tuttavia, la Corte ha stabilito che solo coloro che sono stati condannati dopo l’entrata in vigore del First Step Act possono beneficiare della legge. Questa decisione esclude automaticamente tutti coloro che erano già dietro le sbarre al momento dell’adozione della legge.

Il First Step Act è stato approvato con il sostegno di entrambi i partiti politici nel tentativo di affrontare il problema del sovraffollamento delle carceri statunitensi e di migliorare il sistema penale del Paese. Tuttavia, la Corte Suprema ha deciso che gli effetti della legge non possono essere retroattivi.

Gli attivisti per i diritti umani e molti esperti legali hanno duramente criticato questa decisione della Corte, affermando che ciò va contro il principio di uguaglianza e giustizia. Sottolineano che i condannati per reati non violenti ma gravi hanno spesso scontato pene draconiane e che il First Step Act avrebbe potuto offrire loro una speranza di riscatto.

Nonostante il disappunto dei sostenitori del First Step Act, alcuni esperti legali ritengono che la decisione della Corte potrebbe aprire la strada a una revisione del sistema penale degli Stati Uniti. Alcuni ritengono che ciò possa spingere il Congresso a rivedere la legge e a renderla retroattiva, consentendo così ai condannati già in prigione di beneficiare della sua applicazione.

La Corte Suprema, comunque, ha sottolineato che la decisione di non rendere retroattiva la legge non è stata unanime. Questo potrebbe lasciare spazio a ulteriori dibattiti sul tema e ad eventuali future revisioni.

Nonostante la delusione per la decisione della Corte Suprema, gli attivisti per i diritti umani promettono di continuare la battaglia per una riforma penale più equa ed efficace. Sottolineano l’importanza di un sistema penale che preveda una corretta valutazione delle pene, il trattamento umano dei detenuti e la possibilità di riabilitazione.

La decisione della Corte Suprema apre un dibattito che probabilmente continuerà a tenere banco nei prossimi mesi. Nel frattempo, coloro che speravano nel beneficio del First Step Act si trovano ancora di fronte a un futuro incerto, mentre il Paese cerca di bilanciare il desiderio di riscatto con le esigenze di giustizia.