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La battaglia digitale tra Israele e Hamas: un’accesa guerra sui social media
Gerusalemme – La recente escalation di tensioni tra Israele e il gruppo militante Hamas in Cisgiordania ha visto il conflitto estendersi anche al terreno digitale. L’uso sempre più diffuso dei social media da parte di entrambe le fazioni ha trasformato questi canali online in un vero e proprio campo di battaglia.
I combattimenti nella regione hanno portato a un’ondata di disinformazione, propaganda e commenti polarizzati da entrambe le parti. Israele, in particolare, è stato oggetto di una campagna sistematica di diffamazione su Twitter e Facebook. Numerosi falsi profili sono stati creati per diffondere informazioni errate sulle azioni delle forze israeliane e per istigare all’odio e alla violenza contro gli israeliani.
Tuttavia, le autorità israeliane hanno reagito prontamente a queste operazioni di disinformazione. L’Unità di Coordinamento del Governo per le Attività sui Social Media (GCO) ha identificato e rimosso migliaia di account sospetti che diffondevano notizie false o promuovevano l’incitamento alla violenza. La GCO ha lavorato a stretto contatto con le principali piattaforme social, come Twitter e Facebook, per fermare la diffusione di contenuti non autentici e dannosi.
D’altro canto, Hamas ha utilizzato i social media per promuovere la sua agenda militante e diffondere la sua propaganda. Il gruppo ha girato video e immagini di presunti attacchi aerei israeliani contro civili. Queste pubblicazioni mirano a suscitare indignazione e solidarietà internazionale nei confronti della causa palestinese.
L’uso dei social media come strumento di propaganda e mobilizzazione non è nuovo per Hamas, che ha una lunga storia di utilizzo di Internet e dei social media per promuovere la sua narrazione e reclutare nuovi membri.
Alcuni analisti sostengono che la battaglia sui social media sia diventata altrettanto importante quanto il conflitto sul campo in termini di sfidare e influenzare l’opinione pubblica internazionale. La narrazione che emerge dallo spazio digitale può avere un impatto significativo sulle percezioni del conflitto e su eventuali interventi o sanzioni internazionali.
La comunità internazionale ha anche esortato le piattaforme social a fare di più per combattere la diffusione di odio e disinformazione. Tuttavia, trovare un equilibrio tra la libertà di espressione e la protezione da contenuti dannosi e incitanti rimane una sfida complessa.
Mentre il conflitto tra Israele e Hamas continua ad infiammare l’opinione pubblica, la battaglia digitale nei social media è destinata a perdurare. La capacità di entrambe le parti di mobilitare i propri sostenitori online e di plasmare il dibattito internazionale può avere un impatto duraturo sulle dinamiche regionali e sulla percezione globale del conflitto israelo-palestinese.