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Le università rimangono indietro nel ranking della libertà di espressione
Un recente rapporto ha rivelato che molte università statunitensi stanno lottando per garantire la libertà di espressione all’interno dei loro campus. Secondo uno studio condotto dall’organizzazione non profit “Foundation for Individual Rights in Education” (FIRE), molte istituzioni accademiche stanno ignorando i diritti costituzionali degli studenti.
Il rapporto ha valutato 461 università basandosi su diversi criteri, tra cui le politiche e le regole che limitano la libertà di parola, la censura di idee impopolari e le limitazioni dell’accesso a eventi e discorsi controversi. Solo il 13% delle università è stata classificata come “amica della libertà di espressione”, mentre il 32% è stata considerata “ostile alla libertà di espressione” e il 55% è stata etichettata come “in difesa selettiva della libertà di espressione”.
Non solo le università stanno limitando il diritto alla libertà di parola, ma alcune istituzioni stanno anche adottando politiche che creano ambienti di studio meno inclusivi. Ad esempio, molte università hanno introdotto “code di condotta” che vietano il cosiddetto “discorso d’odio”, ma spesso questa definizione è vaga e può includere qualsiasi opinione impopolare o controversa.
Secondo il presidente di FIRE, l’avvocato Greg Lukianoff, questa situazione è molto preoccupante e mina il dibattito intellettuale all’interno delle università. “Gli studenti universitari dovrebbero essere in grado di esplorare idee diverse, sfidare l’ortodossia e partecipare a dibattiti aperti e onesti. Purtroppo, molte università stanno limitando queste opportunità”, ha affermato Lukianoff.
L’importanza della libertà di espressione all’interno dell’ambiente accademico è stata messa in evidenza da numerosi casi di censura e violazioni dei diritti degli studenti nel corso degli ultimi anni. Si spera che questo rapporto possa essere un promemoria per le università affinché si impegnino a promuovere una cultura della libera espressione e del dibattito aperto all’interno dei loro campus.
Inoltre, l’organizzazione FIRE ha incoraggiato gli studenti a far sentire la propria voce e a lottare per i loro diritti. “Gli studenti dovrebbero essere i principali difensori della libertà di espressione e dovrebbero fare pressioni sulle loro università affinché rispettino questi diritti fondamentali”, ha concluso Lukianoff.
A fronte di questa situazione critica, le università e i responsabili delle politiche accademiche sono chiamati ad agire e a garantire che il diritto alla libertà di espressione venga preservato e sostenuto all’interno dei campus universitari. Solo in questo modo sarà possibile fornire un ambiente accademico sano, inclusivo e diversificato, che promuova la crescita intellettuale degli studenti.